martedì 10 febbraio 2009

Ecco la verità: "Eluana non voleva morire"

Lettera aperta di Pietro Crisafulli

La redazione di Tgcom ha ricevuto questa lettera da Pietro Crisafulli (fratello di Salvatore che nel 2005 si risvegliò dopo due anni di stato vegetativo nel quale era caduto dopo un grave incidente stradale) e ha deciso di pubblicarla integralmente:
"Le bugie del padre Beppino"
In questi giorni di passione e sofferenza, nei quali stiamo seguendo con trepidazione il "viaggio della morte" di Eluana Englaro, non posso restare in silenzio di fronte a un evento così drammatico.
Era il maggio del 2005 quando per la prima volta ho conosciuto Beppino Englaro. Eravamo entrambi invitati alla trasmissione "Porta a Porta". Da quel giorno siamo rimasti in contatto ed amici, ci siamo scambiati anche i numeri di telefono, per sentirci, parlare, condividere opinioni. Nel marzo del 2006 andai in Lombardia, a casa di Englaro, in compagnia di un conoscente (la foto in alto a destra lo testimonia, ndr).
Dopo l'appello a Welby da parte di Salvatore, Beppino capì che noi eravamo per la vita. Da quel momento le strade si divisero.
All'epoca anch'io ero favorevole all'eutanasia. Facemmo anche diverse foto insieme, e visitai la città di Lecco. Nella circostanza Beppino Englaro mi fece diverse confidenze, tra le quali che i rappresentanti nazionali del Partito Radicali erano suoi amici. Ma soprattutto, mentre eravamo a cena in un ristorante, in una piazza di Lecco, ammise una triste e drammatica verità.

Beppino Englaro si confidò a tal punto da confessarmi, in presenza di altre persone, che 'non era vero niente che sua figlia avrebbe detto che, nel caso si fosse ridotta un vegetale, avrebbe voluto morire'. In effetti, Beppino, nella sua lunga confessione mi disse che alla fine, si era inventato tutto perché non ce la faceva più a vederla ridotta in quelle condizioni. Che non era più in grado di sopportare la sofferenza e che in tutti questi anni non aveva mai visto miglioramenti. Entro' anche nel dettaglio spiegandomi che i danni celebrali erano gravissimi e che l'unica soluzione ERA FARLA MORIRE e che proprio per il suo caso, voleva combattere fino in fondo in modo che fosse fatta una legge, proprio inerente al testamento biologico.
In quella circostanza anch'io ero favorevole all'eutanasia e gli risposi che l'unica soluzione poteva essere quella di portarla all'estero per farla morire, in Italia era impossibile in quanto avevamo il Vaticano che si opponeva fermamente.
Ma lui sembrava deciso, ostinato e insisteva per arrivare alla soluzione del testamento biologico, perché era convinto che con l'aiuto del partito dei Radicali ce l'avrebbe fatta. (...)
Questa è pura verita'. Tutta la verita'. Sono fatti reali che ho tenuto nascosto tutti questi anni nei quali comunque io e i miei familiari, vivendo giorno dopo giorno accanto a Salvatore, abbiamo fatto un percorso interiore e spirituale. Anni in cui abbiamo perso la voce a combattere, insieme a Salvatore, a cercare di dare una speranza a chi invece vuol vivere, vuol sperare e ha diritto a un'assistenza e cure adeguate. E non ci siamo mai fermati nonostante le immense difficoltà e momenti nei quali si perde tutto, anche le speranze.
E non ho mai reso pubbliche queste confidenze, anche perché dopo aver scritto personalmente a Beppino Englaro, a nome di tutta la mia famiglia, per chiedere in ginocchio di non far morire Eluana, di concedere a lei la grazia, fermare questa sua battaglia per la morte, pensavo che si fermasse, pensavo che la sua coscienza gli facesse cambiare idea. Ma invece no. Lui era troppo interessato a quella legge, a quell'epilogo drammatico. La conferma arriva, quando invece di rispondermi Beppino Englaro, rispose il Radicale Marco Cappato, offendendo il Cardinale Barragan, ma in particolare tutta la mia famiglia.

venerdì 6 febbraio 2009

Una farfalla nel Mar dei Caraibi


Una manciata di incantevoli isole e una costellazione di isolotti, gioielli che sapranno rubare il cuore di chi avrà la fortuna di visitarli: ecco le magnifiche isole di Guadalupa

C’è un arcipelago a forma di farfalla nel cuore delle Piccole Antille, tra il Mare dei Caraibi e l'Oceano Atlantico: è Guadalupa, dipartimento francese composto da una manciata di incantevoli isole e una costellazione di isolotti, gioielli che sapranno rubare il cuore di chi avrà la fortuna di visitarli. Provate a immaginare la tipica isola caraibica da sogno. Spiagge meravigliose, mare da cartolina, promontori di un verde splendente, fondali da esplorare, fiori di ogni colore, cascate e lagune: tutto questo lo troverete a Guadalupa.

Le ali della farfalla, Karukera, sono formate dalle isole maggiori, Basse-Terre e Grande-Terre, collegate da un istmo. Basse-Terre è dominata dal vulcano della Soufrière (1467 m). Buona parte del suo territorio è Parco Nazionale. Montuosa, è coperta da una rigogliosa foresta tropicale tutta da esplorare. Vegetazione lussureggiante, animali, fiumi, cascate, canyon: una manna per chi ama immergersi nella natura, fare trekking e rafting. La costa è un susseguirsi di falesie, spiagge rocciose e sabbia di tutti i colori: ocra, bruna, nera, rosa. Da non perdere una gita a Îlet Caret, una visita al Fort-Delgrès, le spettacolari Chutes du Carbet (cascate) e la riserva sottomarina del comandante Cousteau.

Grande-Terre è chiamata la piccola Bretagna delle Antille, e presenta un territorio completamente diverso. Si tratta di un altopiano alcareo. Gran parte della sua superficie è coltivata a canna da zucchero. Sulla costa di trovano spiagge candide e ombreggiate, tranquille e incantevoli lagune. Ma non mancano i lidi battuti dal vento, per la gioia di chi pratica vela, surf, o kyte surf. La notte non ci si annoia: la capitale Pointe-à-Pitre è una città molto vivace, che conta un gran numero di ristoranti, casino, discoteche. Da non perdere la spiaggia di Raisins Clairs à Saint- François e le sfilate del carnevale che si tengono nel capoluogo. Non dimenticate di visitare il Museo Victor Schoelcher: su sua iniziativa, nel 1861, venne abolita la schiavitù a Guadalupa.

A largo di Pointe des Chateaux, sull’estremità orientale dell’isola Grande-Terre, si trova la Désirade. Racconta chi ci è stato che appena sbarcati si ha l’idea di trovarsi completamente fuori dal tempo. È selvaggia, tranquilla, accogliente e autentica: un’oasi di pace. E' la meno turistica delle isoleo. Lunga solo 11 chilometri e larga 2, la si scopre a piedi o sulle due ruote, lungo l’unica strada che la attraversa. È il posto ideale per sub e bagnanti in cerca di tranquillità. Da non perdere: la spiaggia della Petite Rivière per le immersioni e un’escursione alle isole della Petite Terre, una magnifica riserva naturale.

Come sulla Désirade anche a Les Saintes la tranquillità regna sovrana. Solo i libri di storia ricordano la terribile battaglia che ebbe luogo qui nel 1782 tra la flotta britannica e quella francese. Dei nove atolli quelli abitati sono due: Terre de Haut e Terre de Bas. La Terre de Haut, lo scalo principale, vanta spiagge da sogno, lo spettacolare rilievo Pain de Sucre e un delizioso villaggio. Meno frequentata, su Terre de Bas si trovano la bella spiaggia di Grande Anse e il delizioso villaggio di Petite-Anse.

Marie-Galante deve alla sua forma circolare il soprannome di grande gallette. Anch’essa è poco frequentata. Il suo territorio è fatto di colline, coltivazioni di canna da zucchero e mulini. Il suo rum è rinomato, qualcuno dice che sia il più buono del mondo. La domenica è giorno di gare di buoi da tiro e combattimenti di galli. Anche qui non mancano spiagge di sabbia bianca, come la plage de Vieux Fort. Ogni anno a maggio si tiene la manifestazione Créole Blues, il festival della musica creola. Da marzo a maggio potrete vedere le magattere attraversare il canale de Les Saintes. Se la fortuna sarà dalla vostra le ammirerete mentre entrano nella baia con i balenotteri.

Se avete in programma di partire a breve assisterete ai festeggiamenti del Carnevale, che cominciano la prima domenica di gennaio e terminano il mercoledì delle ceneri. La domenica è giorno di cortei a tema: si sfila mascherati al suono di tamburi, ottoni, fischietti. I giorni più "caldi" saranno il 22, 23, 24 febbraio, e la festa si concluderà mercoledì 25. L’ultimo giorno di festeggiamento è caratterizzato da una folla di diavoli e diavolesse vestiti di bianco e nero. La sera si incenerisce il fantoccio di Vaval, il re del carnevale.

Le isole di Guadalupa sono stata abitate nel corso dei secoli dalle popolazioni più disparate. Un misto di indiani d’America originari del Venezuela, soppiantati poi dagli indiani dei Caraibi, a loro volta decimanti dagli spagnoli. E in seguito francesi, olandesi, inglesi, schiavi provenienti dall’Africa, indiani. La cucina autoctona racchiudere di conseguenza sapori di diversi continenti. Pesce, crostacei, insaccati, legumi, frutta esotica, spezie, cacao, miele, rum e ti-punch, il drink tipico. Tra le specialità le frittelle di merluzzo, le christophines farcite, il matété di granchio, l’ouassous (brodetto di gamberi di fiume), l’assiette de langouste, il colombo de poulet. E per finire in dolcezza le tourment d’amour, una torta a base di marmellata di cocco.

giovedì 5 febbraio 2009

Cinque motivi per innamorarsi di Varsavia


Sicuramente avrete sentito dire che Varsavia non è una città molto turistica… ma non dovete assolutamente crederci. Dovete semplicemente scoprire ed esplorare la città. Ecco qui qualche simpatico consiglio per tuffarsi nelle bellezze di Varsavia e visitare i suoi punti più interessanti, che magari sono un pò nascosti e non sono così facili da scovare!

Esplorate la città vecchia

Cominciate il vostro giro turistico da qui: proprio in questa zona potrete respirare la vera atmosfera di Varsavia. La città vecchia è il posto giusto, dove potrete godere al meglio delle bellezze architettoniche. Anche se la gran parte degli edifici è stata ristrutturata a causa della guerra, tutto questo è stato fatto in maniera deliziosa. Le strade sono strette con numerosi edifici colorati e si possono trovare frequenti coffee shop, che anche nei mesi più freddi lasciano fuori i tavolini riscaldati dai classici lampioni-fungo, per permettere ai turisti di godersi la visuale. Non perdete troppo tempo a sedere.. Varsavia è grande e merita di essere visitata in toto.

I Milk Bar Varsavia

Il consiglio è di pranzare presso i tipici milk bars della città. Questi locali sono molto suggestivi e rappresentano un simbolo del passato comunista della Polonia. Dall’epoca non sono cambiati più di tanto. Insieme al fatto che i milk bars rappresentano una scelta molto economica per pranzare, permettono di rivivere gli anni sovietici, quando non esisteva di certo il turismo in questo paese. Oggi, la Polonia è un paese aperto e la storia è cambiata del tutto. Tuttavia è possibile trovare curiosi resti di storia in locali come i milk bars. Assaggiate il pierogi, piatto tipico della cucina polacca. Assomigliano ai ravioli al vapore cinesi preparati con diversi tipi di ripieni. Se vi appassiona il passato comunista della Polonia non potete non andare a cena al ristorante Jas i Malgosia.

Cinema Open Air

E’ assolutamente d’obbligo andare al cinema all’aperto di Varsavia, ma solo se vi piacciono i fiumi, i film e le grandi storie ambientate all’aperto. A Varsavia si trova Guerilla Cinema, gestito da Ja Wisla e fondato dagli appassionati del Fiume Vistula. Questo cinema offre la possibilità di vedere film ambientati tra le rive del fiume. E’ inoltre possibile vedere anche vecchi film di propaganda storica. Le visioni cominciano il venerdì quando è buio e vengono proiettati nei mesi più caldi, da Maggio a Settembre.

Bar economici e chic

Estiste una serie di locali trendy e luccicanti situati in stranissimi palazzi chiamati Pawiliony, che non potete assolutamente perdere. Sono i luoghi d’incontro preferiti dagli studenti, dagli artisti e da tutti coloro che sono in cerca di drink economici, di compagnia e non da ultimo di ispirazione! Questi locali così particolari ed unici cominciano ad attrarre turisti e curiosi fin dal pomeriggio. Sono situati proprio dietro alle strade più turistiche come Nowy Swiet e Foksal.

Pista da pattinaggio

Proprio davanti al palazzo simbolo della città di Varsavia, il Palazzo della Scienza e della Cultura, si trova una grandissima pista da pattinaggio. Questo edificio è presente dal periodo dell’Unione Sovietica ed ha cambiato per sempre l’aspetto del paesaggio. Si trova proprio nel centro di Varsavia e c’è chi lo ama e chi lo odia. Se visitate il palazzo durante il periodo invernale, allora potete approffittarne per pattinare nella pista di ghiaccio proprio lì davanti. Un consiglio: andate a pattinare di sera quando la zona attorna alla pista è tutta illuminata e vivacizzata dalla musica.

Informazioni Utili per visitare Varsavia: esistono collegamenti aerei diretti Italia-Varsavia operati dalla compagnia low cost Wizz Air oppure della LOT Polish. Anche altre compagnie non polacche come Alitalia e Brussels Airways collegano i principali aeroporti italiani con la capitale Polacca.

mercoledì 4 febbraio 2009

Dieci consigli per Venezia


Se siete in procinto di visitare Venezia e non avete intenzione di consultare una guida o di recarvi presso un ufficio del turismo, potete seguire i miei (personalissimi) consigli per visitare questa suggestiva città e scoprirne i suoi aspetti meno conosciuti!

Perdersi a Venezia: non c’è cosa migliore che perdersi a Venezia, vagando senza alcuna meta per le sue calle e i suoi infiniti vicoli. Se avete poche ore a disposizione per visitare la città, allora cercate di perdervi prima di entrare in qualche museo o in qualche altra attrazione. Vagando a caso per la città (il consiglio è di andare nel lato opposto a quello scelto dalla massa) potrete imbattervi in numerosissime ed affascinanti piazze e chiese veneziane, che vi lasceranno apprezzare al massimo la città. Lasciatevi cullare dalla magica imperferzione delle calle di Venezia e dalla magia della sua suggestiva atmosfera.

Visitare la Basilica di San Marco: credo che sia tra le più belle chiese italiane. Oltre ad essere bellissima da fuori, il suo interno è impreziosito dai grandi mosaici, che narrano la storia di San Marco insieme agli episodi dell’antico e nuovo Testamento. L’ ingresso alla Basilica è gratuito, anche se dovrete fare la fila. Il consiglio è di prenotare la visita online (sempre gratuitamente): in questo modo non dovrete aspettare ore ed ore in fila fuori dal suo ingresso. All’interno della Basilica sono inoltre presenti anche tre piccoli musei a pagamento. Visitarli o meno dipende dai vostri interessi ed anche dal vostro budget a disposizione! Il mio consiglio è quello di visitare il museo che mostra i cavalli, che un tempo facevano parte della facciata della Basilica. In questo modo potrete salire anche sul tetto e godere della meravigliosa vista di Piazza San Marco dall’alto.

Vedere Piazza San Marco quando è vuota: per apprezzarla in toto è necessario vederla quando è vuota, quindi di notte dopo che i turisti se ne sono andati o anche la mattina presto, prima che arrivino. Venezia non è una gran città per la vita notturna: quindi una volta che avrete finito di mangiare potrete impiegare una decina di minuti per osservare la Piazza di San Marco completamente deserta.

Tour in Vaporetto per il Gran Canale: penso che il modo più facile e veloce per visitare Venezia sia fare un giro a piedi, anche se un tour in Vaporetto vi permetterà di osservare e conoscere i punti della città che altrimenti non vedreste. Il consiglio è di scegliere una visita guidata sul vaporetto, così che comodamente da seduti potrete ascoltare la guida, che vi illustrerà e vi spiegherà quanto di più interessante c’è in giro per la città.

Visita a Murano di una bottega del vetro: penso che assistere alla lavorazione del vetro sia una tappa obbligatoria per chi visita Venezia per la prima volta. Murano è la le numerossime isole della laguna di Venezia una delle più vicine e quindi più facilmente raggiungibile. Se con voi viaggiano anche bambini piccoli, la visita ad una bottega del vetro sarà una tappa educativa oltre che estremamente divertente.

Tour del Palazzo Ducale: proprio di fianco alla Basilica di San Marco si trova la seconda attrazione più bella di Venezia (ovviamente senza contare la stessa città come attrazione). Si tratta di un perfetto esempio dell’architettura civile gotica. Anche se per accedere a questo palazzo bisogna pagare un biglietto d’ingresso è un must farlo anche per poter godere della vista del famosissimo Ponte dei Sospiri.

Tour dell’ascensore sul Top del Campanile: per avere una vista completa della basilica e della piazza potete comprare il biglietto per un giro in ascensore sulla cima del campanile (chiamata anche Torre dell’Orologio) situata esattamente davanti alla chiesa. La vista è fantastica ed è inoltre possibile osservare e sentire le campane da vicino!

Passeggiata per le strade di Burano: se vi rimane un pò di tempo o se tornate a Venezia in un secondo momento, non potete perdere una visita all’isola di Burano raggiungibile con il vaporetto, ovviamente solo dopo aver visitato Murano. Passeggiare per Burano è qualcosa di unico: non è molto affollato, ci sono case coloratissime ed impossibile non essere sorridenti dopo una passeggiata per le sue strade.

Visita all’isola di Torcello: avete ancora molto tempo a disposizione? Vi siete stancati della folla in giro per Venezia? E’ arrivato il momento di visitare l’isola di Torcello. Quest’isola si trova vicino a Burano, ma se volete raggiungerla da Venezia vi servirà un’oretta di traghetto. E’ la destinazione ideale se cercate un luogo tutto al naturale. Torcello è nella maggior parte del suo spazio riserva natutale. Oggi, solo 20 persone abitano l’isola e c’è solo un hotel e pochissimi posti per mangiare. Al di là della natura, l’unica attrazione da vedere è una chiesa risalente al settimo secolo con mosaici eccezionali al suo interno.

Passeggiata per il mercato di Rialto: se non siete dei buongustai allora forse questo punto non vi riguarderà. Penso tuttavia che per conoscere la cultura veneziana sia necessaria anche una passeggiata per il suo mercato del cibo a Rialto. Questo mercato è conosciuto come il mercato del pesce, tuttavia è possibile trovare anche bancarelle che vendono verdura e frutta fresca.. Ricordatevi che potrete tenere in mano il sacchetto con quanto comprate solo dopo aver pagato. Punto di forza di questo mercato è anche la vista del ponte di Rialto, che non può scappare dal flash della vostra macchina fotografica!Ovviamente questo elenco è personale…e soprattutto aperto. Cosa consigliate di visitare assolutamente a Venezia? Attendo Vostre!!

martedì 3 febbraio 2009

Libri maledetti


Il Serpente Rosso



Nella vita di tutti i giorni ci si può imbattere, casualmente, rovistando in antiche librerie o su bancarelle di vecchi libri, in testi pregnanti di fascino e di mistero, che celano segreti inconfessabili, fortunatamente, incomprensibili per l’ignaro scopritore, nascosti in un linguaggio ermetico, accessibile solo agli adepti. Il segreto, tuttavia, è stato violato pubblicando questi libri e, perciò, profanando frammenti di arcane conoscenze. Il profano ha comunque scorso coi suoi occhi quei misteri, per lui indecifrabili, di un’ arte regale a lui proibita. Talvolta la punizione, per chi ha strappato queste perle a quel sapere segreto, violando il Secretum, è la morte.



SEGRETI CHE UCCIDONO

Così sembra essere accaduto per i tre autori del piccolo opuscolo: "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS". Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, infatti, morirono subito dopo la pubblicazione, tutti e tre misteriosamente. I casi furono archiviati come suicidi. Maxent e De Koker furono trovati impiccati il 6 marzo e Feugere il giorno dopo, il 7 marzo del 1967. Si suicidarono o furono assassinati da qualcuno che poi costruì quella orribile messa in scena? Certo è difficile credere che, dopo solo due mesi dall’uscita de: "Il Serpente Rosso", tutti e tre impazzirono e si suicidarono. Ma se furono uccisi, chi li assassinò e perché? Furono, forse, giudicati e condannati alla pena capitale da un tribunale iniziatico per aver violato la regola del Silentium?

Esistono realmente Superiori Sconosciuti, che comminano pene gravissime a chi viola i segreti iniziatici? Serge Hutin racconta, a tal proposito, un fatto emblematico e inquietante: "Uno scrittore inglese, sotto lo pseudonimo di Robert Payne, pubblicò nel 1951 presso un importante editore londinese, Wingate, un’opera intitolata "Zero. The story of terrorism", con la quale cercò di dimostrare che il terrore, usato sistematicamente da qualsiasi forma di regime totalitario, è sempre manovrato da quelle forze occulte che agiscono, sapientemente, dietro le quinte dei governi apparenti...

"Alla pubblicazione del libro seguì una serie di "coincidenze" assai strane: prima che venisse messo in vendita, dei misteriosi emissari acquistarono tutte le copie disponibili; nonostante il carattere sensazionale delle rivelazioni contenute nell’opera, la critica della stampa ufficiale la ignorò completamente; la casa editrice che ne curò la pubblicazione, Wingate, una delle più solide di Londra, si trovò bruscamente in stato fallimentare; qualche mese più tardi, l’autore morì in circostanze misteriose. (...) La sola spiegazione possibile era che l’autore avesse scoperto l’esistenza, a livello mondiale, di governanti occulti...".



NEL SEGNO DI OFIUCO

Il piccolo testo de: "LE SERPENT ROUGE" è in lingua francese. Fu scritto nell’Ottobre del 1966 e pubblicato il 17 di Gennaio del 1967. Si presenta composto da tredici strofe. Ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco. La tredicesima, la terz’ultima in ordine di apparizione, è simbolizzata da Ofiuco o Serpentario.

Il linguaggio è oscuro, simbolico. E’ tutto un puzzle da interpretare man man che se ne ordinano i pezzi. Il suo contenuto è un segreto di incredibile portata, che ci riconduce ai misteri di Rennes-Le-Château e ad altro ancora. Ecco un passo del misterioso testo tradotto da Stefano Momentè:

"… Le pietre del mosaico che pavimentava il luogo sacro potevano essere alternativamente bianche o nere, e Gesù, come Asmodeo, osservava i loro allineamenti. Il mio sguardo sembrava incapace di vedere il letto dove era distesa la meravigliosa addormentata. Non fu Ercole con magici poteri, a scoprire come decifrare i misteriosi simboli incisi dagli osservatori del passato. Nel santuario c'era l'acquasantiera, fontana d'amore dei credenti rammentante queste parole: CON QUESTO SEGNO TU LO VINCERAI. (…).

…Maledicendo i profanatori nelle loro ceneri e quanti vivono sulle loro tracce, uscì dall'abisso dove era immerso mostrando il gesto d'orrore: "Ecco la prova che del sigillo di SALOMONE io conosco il segreto, che xxxxxxxx di questa REGINA ho visitato le dimore nascoste". A questo, Amico Lettore, stai attento a non aggiungere o rimuovere uno iota ... Medita, medita ancora, il vile piombo del mio scritto contiene forse l'oro più puro".

Anche la data della sua pubblicazione, il 17 di Gennaio, nasconde un segreto. E’ un data che ricorre con insistenza nei fatti di Rennes, infatti, un 17 di Gennaio muore la marchesa d'Hautpoul, Marie de Nègre d'Ablès, contessa di Blanchfort. Sempre un 17 Gennaio Sigibert IV, figlio di Dagobert II°, giunge a Rennes-Le-Château, due avvenimenti questi che sono determinanti nelle vicende di quel luogo emblematico.

La festa di San Sulpice cade pure il 17 di Gennaio, che è anche il giorno in cui ebbe il malore, che lo porterà alla tomba, il parroco di Rennes, don Bérenger Saunière (1852-1917), grazie al quale si creerà la leggenda di quel piccolo paesino posto su una collina, nel dipartimento dell’Aude, in Linguadoca. Boudet modificherà la data di decesso di Jean Vié, suo predecessore come abate a Rennes Les Bains, avvenuto l’1 Settembre, in 1er 7bre, ancora un misterioso 17. La fatidica data ricorre ancora tante altre volte, come un oscuro rebus tutto da decifrare.

Cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso"? Qualcosa che potrebbe creare un putiferio in certi ambienti. Segreti custoditi fino ad oggi così gelosamente, anche con la morte. Forse, cercare di decifrarlo interamente è un grande rischio, forse, è preferibile che il contenuto del misterioso testo torni ad essere sepolto nell’abisso dei secoli dai quali proviene col suo terribile segreto.

Di Giuseppe Cosco

Carnevale: Da Rio a Venezia, passando per la Spagna


Tutti conosciamo il Carnevale e tutti pensando alla parola Carnevale pensiamo al mese di febbraio, agli scherzi e ai travestimenti. Fin da bambini cominciamo ad apprezzare questo periodo perchè per una volta all’anno possiamo fingere di essere qualcun’altro e di indossare una maschera. Da grandi, invece, non vediamo l’ora che arrivi Febbraio per poter far festa in qualche città o in qualche locale da ballo! Per tutti, in generale, è un momento di evasione e divertimento!

Quali sono le origini del Carnevale?

Anche se il Carnevale più famoso del mondo si festeggia a Rio de Janeiro, le sue origini sono da identificarsi nel lontano Medioevo europeo. Infatti, proprio in questo periodo si decise di creare un’occasione di divertimento e spensieratezza prima del periodo cattolico di digiuno e astinenza della Quaresima.

La parola Carnevale deriva dal latino carmen levare, perchè anticamente indicava il banchetto che precedeva la Quaresima, periodo di astinenza da carne e da frivolezze varie. Alcuni storici attribuiscono invece l’etimologia della parola Carnveale alle dionisiache greche o alle saturnali romane, periodi in cui si abbandonavano gli obblighi sociali e pubblici per dedicarsi ad ogni tipo di piacere. Con il passare degli anni, il Carnevale si è diffuso un pò in tutto il mondo adottando caratteristiche particolari e uniche nei diversi paesi. Tuttavia in tutto il mondo Carnevale è sinonimo di festeggiamento ed allegria.

Carnevale in Italia: Venezia e Viareggio

Senza dubbio il Carnevale di Venezia è quello più famoso e frequentato d’Italia. Vivere il Carnevale di Venezia è un’esperienza ricca di emozioni particolari ed indimenticabili. Quest’anno il Carnevale è dedicato ai cinque sensi più uno - la mente - e prenderà il nome di Sensation 2009. Un senso per ogni sestriere (il sestriere è il nome del quartiere in veneziano). Per esattamente dieci giorni, dal 14 al 24 Febbraio, si gioca, si balla e si beve. Nel sestriere Castello, dedicato al tatto, verrà allestito un percorso per percepire il carnevale privo di luce. Nel sestriere del gusto, il Cannaregio, grandi chef nazionali ed internazionali prepareranno delizie per il palato. Inoltre, per i più piccoli, in Campo San Polo, verranno allestiti laboratori di maschere. Partecipare al Carnevale di Venezia sarà anche un’ottima occasione per visitare le sue bellezze architettoniche e la mostra dedicata alla pittura italiana tra il 1968 al 2008 presso Palazzo Grassi: Italics-Arte Italiana tra tradizione e rivoluzione 1968/2008.

Il consiglio è di vivere il Carnevale di Venezia per due o tre giorni per godere anche del suo aspetto culinario. Pensate a quanto dev’essere bello bere un buon Spritz indossando un’elegante maschera colorata!

Scendendo per lo stivale troviamo, affacciata al Tirreno, la deliziosa città di Viareggio e il suo Carnevale. Il carnevale di Viareggio è nato nel 1873 quando i giovani bene della città decisero di festeggiare il Carnevale con una sfilata di carrozze all’aperto. Oggi il Carnevale di Viareggio è un’insieme di carri e maschere che sfilano per le vie della città. Durante il periodo del Carnevale si svolgono anche interessanti concorsi: oltre a premiare il carro più bello, infatti, viene eletta Miss Carnevale di Viareggio.

Carnevale in Europa: Sitges e Dusseldorf.

Se siete amanti della Spagna e dei festeggiamenti un pò selvaggi del Carnevale, allora la località gay di Sitges fa il caso vostro! Dato che qualsiasi locale della città si riempirà di ogni bontà culinaria, il consiglio è di stare completamente a digiuno il giorno prima di cominciare i festeggiamenti per non dover rinunciare alle gustose specialità spagnole. La località di Sitges durante il mese di Febbraio, soprattutto nelle giornate di domenica e martedì, si riempirà di feste molto movimentate e frequentate. Per chi ama i colori, il frastuono, l’esagerazione, la sfrontatezza e gli eccessi (di ogni genere) due sono le feste assolutamente da non perdere: la Debauchery themed parade la domenica sera e Extermination Parade, il martedì sera presso Rue del Extermini.

Se vi scandalizzate facilmente, beh allora Sitges a Carnevale, non fa il caso vostro! Sfilate di esuberanti drag queens, che urlano e danzano in allegria, caricature di donne famose e tanto altro ancora. Perderete il vostro senso di limite e decoro…Buon Carnevale ma attenzione….

In Germania, a Dusseldorf, sul fiume Reno, il Carnevale è considerato la quinta stagione dell’anno e in questo periodo nella città stessa, ma anche nelle vicinanze si tengono circa trecento eventi, tra balli, feste e ricevimenti. I preparativi cominciano a Novembre, mentre i festeggiamenti culminano nel giorno che i tedeschi chiamano “tolle tage” (giorni di pazzia), quando la gente mascherata invade la strade e le piazze per fare festa e divertirsi. Il 23 Febbraio, anche chiamato Lunedì delle Rose, grandi cortei variopinti attraversano la città inscenando in stile cabarettistico gli eventi più salienti dell’anno. Gli eventi iniziano il 19 Febbraio per concludersi il 24, Martedì Grasso.

Carnevale nel Mondo: Trinidad&Tobago e Rio de Janeiro.

Allontanandoci dall’Europa e prima di arrivare alla madre di tutti i carnevali del mondo, troviamo il colorato Carnevale di Trinidad e Tobago, stato insulare dell’America Centrale caraibica. Qui il Carnevale è una vera e propria esplosione di colore, fantasia ed allegria. Quest’anno il Carnevale si festeggia il 23 e il 24 Febbraio. Il Carnevale quindi dura solo due giorni: comincia al buio, alle quattro di mattina del lunedì al ritmo di musica soca e riversandosi allegramente per le strade dell’isola prosegue fino al martedì grasso con la sfilata delle bande a Port of Spain, a cui ogni turista può iscriversi.

Straordinario è anche il carnevale per i bambini di Trinidad e Tobago: viene celebrato il sabato prima del martedì grasso ed è spettacolare e colorato come quello degli adulti.

Ed infine Rio de Janeiro.. Chi non conosce il Carnevale di Rio? Un vero e proprio tripudio di colori, musica e vivacità! Il Carnevale di Rio non è solo il più grande del mondo, ma è anche quello più variegato dal punto di vista artistico. Ogni anni circa 500.000 turisti raggiungono Rio per festeggiare e vivere il Carnevale. Si tratta di quattro lunghi giorni di festa continua, quaranta giorni prima della Pasqua. Comincia ufficialmente il sabato 21 e si conclude il martedì grasso. Il carnevale di Rio è il risultato di lunghi mesi di preparazione: carri coloratissimi, maschere estrose e ballerine sensuali che ballano a ritmo dell’allegra musica brasiliana, la samba. Il divertimento a Rio è assicurato. Lasciate a casa il buon costume e i vostri limiti di decenza: il carnevale di Rio è una lunga catena di eccessi!

lunedì 2 febbraio 2009

Potash Road e Shafer Trail

Il fiume Colorado serpeggia tra le alti pareti di arenaria rossastra: 
a nord si eleva il tavolato di Island in the Sky appartenente al 
Canyonlands National Park, mentre a sud torreggiano i Canyons Rims. Il 
percorso si sviluppa tra le contee di Grand e di San Juan proponendo 
siti archeologici, rarità geologiche e numerose deviazioni dirette ad 
altrettante postazioni spettacolari. 
La Potash Road costituisce il proseguimento della breve statale 279 
che si diparte in direzione ovest dalla US Hgwy 191 immediatamente a 
nord di Moab. L'imbocco della 279 si trova precisamente a circa 2, 5 
km a nord del ponte sul Colorado. 
La bella strada segue la riva destra del fiume per 3 km fino al 
Colorado River Portal da cui si entra in uno stretto canyon dai dirupi 
di colore rosso-arancione che si specchiano nelle tranquille acque del 
fiume: si tratta di arenarie della Moab Fault che caratterizzano un 
tipico ambiente del Triassico. Superato il Portal si consiglia una 
sosta al JayCee Park che propone un sentiero diretto al Portal 
Overlook: una postazione affacciata sul bordo della forra formata dal 
fiume. Proseguendo sulla 279, si noteranno due pannelli che segnalano 
altrettanti esempi di arte rupestre anasazi incisi sulle pareti 
strapiombanti alla destra della direzione di viaggio. Le soste 
consentono di osservare da vicino gli animali stilizzati e la 
simbologia di quella cultura precolombiana che ha caratterizzato 
l'intera regione. 
Proseguendo sulla 279 ci si imbatte in alcuni trail che portano a due 
splendidi archi naturali il Corona e il Bowtie. Più avanti sempre 
sulla 279, una sterrata entra nel Long Canyon sulla parete del quale 
si apre il Jug Handle Arch. Avendo tempo a disposizione, si potrebbe 
risalire il selvaggio e tormentato Long Canyon verso il Pucker Pass, 
tra fantastiche formazioni rocciose e alti dirupi si possono così 
cogliere indimenticabili scorci  dell'Island in the Sky e dell'area 
dei Canyon Rims che si estende a meridione.. Dopo 27 km dalla 191, 
l'asfalto della 279 termina ed inizia la Potash Road. Al 20° miglio, 
si arriva alle vasche di decantazione della Moab Salt Production, dove 
sale e potassio sono estratti tramite un processo di lavaggio dai 
sedimenti circostanti. La pista si allontana dal Colorado entrando 
nello Shafer Basin e avvicinandosi alla Pyramide Butte, un bastione 
alto 1742 metriche torreggia su un ansa del fiume. Il tracciato qui 
identificato come South Fork Road o Country Road 142 si orienta quindi 
verso la spettacolare zona di Goose Necks, dove il corso d'acqua forma 
quegli stretti meandri che costituiscono la principale attrattiva del 
Dead Horse Point State Park. Il Dead Horse Point, una straordinaria 
postazione appollaiata sul bordo meridionale  del Big Flat, si trova 
infatti in cima  all'impressionante parete che si eleva immediatamente 
a nord della pista. Qui si viaggia in uno stretto corridoio compreso 
tra il fiume e i rossi dirupi dell'Island in the Sky formati da 
depositi accumulatisi nel corso di intere ere geologiche. 
Dopo circa 18 km dall'inizio del tratto sterrato, la pista entra nel 
parco nazionale di Canyonlands risalendo i tratti terminali di due 
piccole forre dello Shafer Canyon. Si confluisce così sullo Shafer 
Trail: mentre a sinistra inizia il White Rim Trail girando a destra su 
completa l'itinerario inerpicandosi sul Red Sea Salt. Quest'ultimo 
tratto offre emozioni indimenticabili: la pista chiaramente visibile 
dal basso, si dipana ripidissima lungo l'alta parete (The Neck) 
proponendo una sequenza ininterrotta di scorci mozzafiato. 
I 38 km complessivi dello sterrato escluse le deviazioni non 
presentano difficoltà e si percorrono in circa 2 ore. Lo Shafer Trail 
propone tornanti molto stretti ma non difficili. 
Per le mappe possono servire: 
Canyonlands National Park: Needles e Island in the Sky della serie 
Trails Illustrated (National Geographic) 
Moab self guided auto tours (BLM) 
Moab Area 4WD trails (BLM)

domenica 1 febbraio 2009

Google ieri in tilt per 40 minuti


Il motore più usato dava ogni risultato come potenzialmente dannoso. Allarme in tutta la rete. Mountain View: "Un errore umano"



Google, il motore più utilizzato al mondo, è rimasto fuori uso per circa 40 minuti, mettendo in allarme la rete. Tentando di eseguire una qualunque ricerca sul sito di Mountain View, sia in Italia che negli altri paesi, ogni risultato veniva indicato come potenzialmente dannoso e, se si decideva di proseguire comunque, l'utente veniva indirizzato a una pagina che lo invitava a riprovare più tardi perché il sito poteva presentare del malware, cioè dei software dannosi per il computer. Problemi ci sono stati anche per il sito delle news.

L'errore. Per impedire l'accesso a siti "sospetti", Google adotta da anni un sistema di diagnostica che avverte gli utenti sui possibili rischi che corrono navigando in questi spazi web. Oltre ad avvertire il navigatore, il motore di ricerca blocca l'accesso diretto al sito, costringendo chi sia proprio convinto della sua scelta a scrivere direttamente sulla barra di navigazione del browser l'Url del sito in questione. Nei 40 minuti di problemi, che verranno ricordati come i peggiori nella pur breve storia del motore di Mountain View, ogni pagina web è stata erroneamente considerata infetta, rendendola di fatto irraggiungibile da Google.

Di più, le spiegazioni offerte dal motore di ricerca sulla pagina di diagnostica (http://www.stopbadware.org/), a causa della contemporanea richiesta di milioni di utenti da tutto il mondo, sono andate fuori uso, lasciando nel dubbio sul da farsi tutti coloro che hanno eseguito una query.

Le cause. Dopo alcune ore di silenzio, il motore di ricerca ha spiegato, con un post sul blog ufficiale firmato dalla vice presidente Marissa Mayer (http://googleblog.blogspot.com/2009/01/this-site-may-harm-your-computer-on.html), le cause del bug. Nessun problema con gli algoritmi, bensì un semplice errore umano. Il motore di ricerca lavora infatti insieme a un ente no-profit, il già citato stopbadware, i cui dipendenti compilano delle lunghe liste di siti pericolosi, in base alle segnalazioni di varie fonti. L'ultimo aggiornamento di questa lista, ricevuto in mattinata (nel pomeriggio in Italia), non è stato correttamente processato e ha portato il motore a considerare tutti i siti come potenzialmente pericolosi, invece di limitarsi a quelli segnalati da stopbadware. Il momentaneo "guasto" che ha investito il motore di ricerca non ha interessato i tanti altri servizi del sito come Gmail o i Gruppi. Le News erano invece già state al centro di alcune segnalazioni da parte di utenti americani nei giorni scorsi, che lamentavano difficoltà nell'accesso, e prontamente sistemate.

La rete. In pochi secondi la notizia ha fatto il giro del mondo e sul servizio di microblogging Twitter, (http://search.twitter.com/search?q=google) centinaia di utenti hanno segnalato lo stesso problema da ogni parte del pianeta. Adesso che il problema è stato risolto si attendono le spiegazioni ufficiali dal Googleplex e già iniziano i processi a "Big G", per la prima volta mostratasi debole nel suo core business.

Fonte: Repubblica.it